venerdì 4 aprile 2008


IL PICCOLO 31 MARZO 2008

La decisione presa ieri in Prefettura consentirà di recuperare parcheggi. Altri posti nell’ex scalo Anek e sul canale navigabile

I camion turchi imbarcati a Capodistria

È stata spostata nel porto sloveno la «Un Trieste» per liberare spazi a Fernetti

Continua l’emergenza in porto ma arrivano anche le prime soluzioni. Con la Protezione civile già attiva sul fronte degli aiuti, soprattutto ai camionisti turchi bloccati in Riva Traiana, si trattava ieri soprattutto di liberare spazi per gli altri Tir in arrivo, considerato che l’autoporto di Fernetti è gia pieno. Un’insolita riunione domenicale in Prefettura è coincisa con le prime soluzioni. Come anticipa il terminalista Enrico Samer la «Un Trieste» che aveva ancora 39 rimorchi a bordo è stata dirottata su Capodistria. Nello stesso porto sloveno saranno imbarcati i camion che erano in sosta a Fernetti, liberando così almeno 240 posti.
Altri 300 sono stati reperiti tra l’area vicina all’Arsenale (ex terminal Anek lines, per capirsi) e il canale navigabile. E quanto a crisi del momento ci siamo. Samer però, come gli altri addetti ai lavori, confida in una soluzione della vertenza già in mattinata. «L’emergenza è sotto controllo – commenta – ma non nascondo che il momento è molto delicato. Domani (oggi ndr) già alle 9 ci sarà la riunione in Prefettura cui seguirà attorno alle 11-11.30 quella dei lavoratori. Confido e auspico che la vertenza si risolva, tanto da poter iniziare gli imbarchi già domani pomeriggio. L’attuale situazione è nata da un episodio che, pur grave, non mi sembra tale da far continuare la vertenza a oltranza. Di sicurezza si può discutere anche nei prossimi giorni».
Di idee analoghe si dimostra il direttore dell’Assindustria locale, Paolo Battilana. «Immagino che già domani (oggi ndr) possano esserci delle evoluzioni operative. L’Associazione segue sicuramente con attenzione e preoccupazione quanto avvenuto e proprio per questo speriamo si possa arrivare quanto prima possbile alla firma del protocollo sulla sicurezza. So che gli animi sono esacerbati per quanto è accaduto e potrebbe volerci un po’ di tempo. Ma, ripeto, se ci sono le condizioni, prima si fa l’accordo e meglio è».
Dopo l’incontro in Prefettura di ieri pomeriggio dall’Autorità portuale non sono arrivati commenti. Irraggiungibile per lunghe ore il presidente Claudio Boniciolli, introvabile il segretario generale Martino Conticelli, solamente il responsabile di sicurezza e ambiente dell’Authority Fabio Rizzi, pure presente al summit, concede una battuta: «Nell’incontro in Prefettura abbiamo cercato di dare tutte le risposte che si potevano dare. Se siamo ottimisti? Se esiste il buonsenso bisogna esserlo, credo che tutti in questo momento capiscano come si dibatte attorno a un interesse che è generale».
Sceglie il «no comment», invece, Fabrizio Zerbini, presidente del Trieste Marine terminal che gestisce il Molo VII.
Sul fronte politico si muove infine soprattutto il Pdl, anche se con posizioni decisamente differenziate. Così, ad esempio, se Piero Camber di Forza Italia parla di oggi come di «un termine perentorio per la conclusione del blocco del Porto, perché il danno, sia economico che d’immagine, è già elevatissimo», e menziona «tre navi costrette a deviare verso altri porti dell’Adriatico», Fulvio Sluga di An esprime solidarietà ai lavoratori del Porto di Trieste. «La sicurezza sul posto di lavoro – scrive – è un’emergenza nazionale e non bastano le parole di circostanza: bisogna passare ai fatti». Anche il vicesindaco Paris Lippi sembra di tale idea e afferma infine che «la catena di tragedie sul posto di lavoro – non dimentico quanto accaduto a Fiori anni fa – impone comunque l’adozione di strumenti che permettano di effettuare mirati controlli».
f.b.

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