venerdì 4 aprile 2008


IL PICCOLO 29-03-08

«Lui è uno preciso, ma il problema resta la scarsa sicurezza»


I COLLEGHI «Ecco cosa succede a lavorare in questa ”giungla”. Non abbiamo garanzie e siamo costretti a operare con poco personale e con i camion che ci sfrecciano accanto». L’infortunio avvenuto sul piazzale ferroviario alla radice del Molo VII accende la rabbia dei lavoratori portuali, riuniti in piccoli gruppetti davanti all’ingresso della locanda del Porto Nuovo. Tutti lì conoscono Sandro Paoluzzi e, anche a distanza di ore dall’incidente, faticano ad accettare che lui, giovane e padre di una bimba di tre anni e con tutta la vita davanti, abbia potuto perdere una gamba e rischiare addirittura la vita. «Sandro è uno in gamba - commenta un operaio addetto alla movimentazione dei container -. Lavora in porto da anni e non ha mai fatto sciocchezze. È una persona precisa, che sa il fatto suo. Quelle manovre sul piazzale le faceva a occhi chiusi, tanto erano ripetitive e semplici per lui. Non sappiamo cosa possa essergli successo - continua - ma certo è che basta darsi un’occhiata qui intorno per capire quanto siano insufficienti le dotazioni di sicurezza». «Di recente hanno anche ridotto il numero degli addetti - interviene un altro portuale -. E questi poi sono i risultati. Ovvio, chi viene a lavorare in porto conosce i rischi ai quali può andare incontro. Non siamo di certo farmacisti. Ma è naturale che, senza le misure necessarie, i rischi aumentano». «Qui ci conosciamo tutti - aggiunge un collega di Paoluzzi -. È come se abitassimo nello stesso, grande condominio e fossimo tanti vicini di casa. Per me poi Sandro è più di un amico, direi quasi uno di famiglia. Facciamo sempre i pranzi di Natale e le feste di Capodanno assieme. Com’è come persona? Uno tranquillo, un ”mulòn” insomma. Uno che al suo lavoro ci tiene e lo fa con serietà e impegno. Di certo uno che non meritava a trent’anni di trovarsi con una gamba amputata». m.r.

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