venerdì 4 aprile 2008

IL PICCOLO 24-01-08

Tavolo permanente convocato in Prefettura per un protocollo sulla sicurezza nel Porto

TRIESTE Un gruppo di lavoro per arrivare, in tempi rapidi, alla stesura di un protocollo stringente che regolamenti le attività di verifica per la sicurezza dei lavoratori nel Porto di Trieste. La riunione, indetta lunedì dalla Prefettura a seguito della morte di un camionista bulgaro avvenuta il 10 gennaio scorso nel piazzale del terminal di Riva Traiana, si è rivelata tristemente attuale a causa della morte dei due lavoratori al porto di Marghera mentre lavoravano in una stiva di una nave. La seduta del tavolo permanente al Commissariato di Governo è stata tutt’altro che interlocutoria anche perchè il Prefetto Giovanni Balsamo sembra intenzionato a stringere i tempi per l’approvazione del protocollo presentando proposte concrete e incisive sulla falsa riga di quanto già approvato in altri porti italiani sul tema della sicurezza. Sulla stessa linea i rappresentanti sindacali – Cgil, Cisl e Uil in testa – che hanno espresso la volontà di ricercare un «maggior intreccio di competenze tra Autorità Portuale, Capitaneria di Porto e Azienda sanitaria», spiega Angelo D’Adamo, segretario regionale della Filt-Cgil, i tre soggetti deputati a verificare che tutto il lavoro si svolga secondo le regole all’interno dello scalo. Gli strumenti indicati per raggiungere lo scopo a partire dalla fase di prevenzione attuata dagli stessi lavoratori sono quelli già adottati nei maggiori porti italiani. In particolare la costituzione del S.o.i. (Sistema operativo integrato) di competenza dell’Azienda sanitaria, in modo da assicurare un monitoraggio costante delle attività e degli interventi messi in atto dalle imprese impegnate in Porto. I sindacati mirano inoltre a elevare professionalmente le figure – già esistenti in molte imprese – dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), in modo che possano avere accesso a tutte le strutture dei terminalisti, un po’ come gli ispettori dell’Autorità Portuale. Allo stato attuale non esiste, e per questo risulta un altro degli obiettivi di cui si discuterà alle prossime riunioni in Prefettura, un coordinamento tra gli stessi Rls e tra Rls e gli altri soggetti incaricati di assicurare il rispetto delle norme di sicurezza. Oggi, di fatto, gli ispettori dell’Autorità Portuale non possono in nessun caso emettere sanzioni in caso di mancato rispetto delle normative sulla sicurezza. Se ravvisano un’irregolarità grave possono anche arrivare a bloccare il lavoro, ma in caso di lievi infrazioni si limitano a raccomandare il rispetto delle regole. «E’ vero - conferma D’Adamo - anche per questo chiediamo un coordinamento tra i soggetti che dovrebbero occuparsi in maniera completa e certa della questione sicurezza». Avere più lavoratori a disposizione per questo tipo di controlli, o addirittura dei presidi permanenti all’interno del Porto come è stato concordato a Napoli e a Genova, si tradurrà in un bisogno di risorse. Da dove potranno essere prese? «Sono le imprese che devono aiutare in questo senso – risponde D’Adamo – è anche ciò che intendiamo quando parliamo di maggior coinvolgimento delle aziende sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro». Autorità Portuale, Azienda sanitaria, Capitaneria di Porto, sindacati, rappresentanti degli spedizionieri e della Lega delle Cooperative lavoreranno quindi ad un protocollo d’intesa con l’obiettivo di siglarlo entro trenta giorni. Riccardo Coretti

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