venerdì 4 aprile 2008


IL PICCOLO 01 APRILE 2008

Lavoratori rigidi sulle loro posizioni: prima il protocollo su sicurezza e organizzazione, poi la fine dello sciopero. Contestato Dipiazza

L’Authority: tutte le richieste stavano per essere esaudite

Porto fermo, sconfessati i sindacalisti

Trattative per l’intera giornata ma a tarda sera l’intesa ancora non c’era. Oggi nuova assemblea

di Silvio Maranzana

Si è conclusa attorno alla mezzanotte un’ulteriore tranche dell’estenuante trattativa per tentare di far ripartire il porto di Trieste, messo in ginocchio da quattro giornate dello sciopero a oltranza proclamato dopo l’infortunio di venerdì. Oggi alle 11 i sindacati hanno convocato un’assemblea per illustrare ai lavoratori le nuove proposte sull’organizzazione del lavoro fatte dai rappresentanti imprenditoriali e dall’Autorità portuale negli incontri di ieri pomeriggio e ieri sera.
Un accordo già raggiunto ieri mattina in Prefettura sui temi delle azioni di prevenzione per la sicurezza e dell’organizzazione del lavoro tra i rappresentanti sindacali, e in particolare Franco Belci segretario provinciale della Cgil, Angelo D’Adamo della Filt-Cgil e Rosario Gallitelli della Fit-Cisl, con il presidente dell’Autorità portuale Claudio Boniciolli e il direttore di Assindustria Paolo Battilana in rappresentanza di tutte le categorie imprenditoriali presenti all’interno dello scalo, è stato stoppato dai lavoratori inferociti in una sorta di assemblea autoconvocata sul tamburo in piazza Unità.
«Questa firma ci consentirà di valorizzare le nostre azioni di lotta - ha detto Belci - mentre tanti, compreso il sindaco, ci hanno chiesto di sospendere lo sciopero». I portuali hanno risposto con ululati: «Troppo sbrigativo», «Dobbiamo parlare tra di noi con calma», «Qui bisogna cambiare cultura: siamo noi i padroni del porto», «Se non vengono accettate tutte le richieste, restiamo fermi».
Per la seconda volta in tre giorni i sindacalisti sono stati esautorati. Non aveva avuto buona accoglienza nemmeno lo stesso sindaco Dipiazza, che in mattinata aveva avvicinato il presidio sotto la Prefettura: «È stato lei a dire in televisione che guadagnamo troppo». Dipiazza ha promesso un incontro nei prossimi giorni.
Per oltre quattro ore in piazza Unità, mentre la trattativa continuava dinanzi al prefetto Giovanni Balsamo, si sono susseguiti volantinaggi, annunci al megafono, movimentati battibecchi. Sullo sfondo, in rada, si potevano vedere un traghetto turco e una portacontainer di Msc, impossibilitati ad attraccare e a operare.
Secondo quanto ha riferito Enrico Samer, agente e terminalista, ieri erano quasi millecinquecento i camion sparsi tra Riva Traiana, i vari piazzali del porto e il terminal di Fernetti in attesa di imbarcarsi, mentre millecento attendevano di essere sbarcati da tre traghetti turchi inoperosi all’ormeggio e altri due bloccati in rada dove stava sopraggiungendo un altro ancora.
Tutti i settori dello scalo sono rimasti paralizzati, dal Molo Settimo, al Terminal petrolifero, al Terminal frutta, con un incalcolabile danno d’immagine per un porto che negli ultimi due anni si autopromuove nelle sedi europee e mondiali, anche pubblicizzando l’aumento delle giornate di operatività prossime alle 365 all’anno. «Tutte le richieste che vengono fatte, o sono già state esaudite con l’assenso unanime di tutte le sigle sindacali o fanno parte del Protocollo sulla sicurezza che sta per essere approvato», ha fatto sapere ieri l’Autorità portuale.
Era quasi notte allorché si è ripreso a discutere sulle misure sull’organizzazione del lavoro rivendicate dai lavoratori, con applicazione immediata, per indurli a sospendere lo sciopero e in particolare l’impegno da parte delle imprese portuali di garantire un numero adeguato di lavoratori per ogni operazione portuale.
«Abbiamo fatto tutto il possibile per venire incontro alle richieste sull’organizzazione del lavoro – ha dichiarato Ampelio Zanzottera, rappresentante degli spedizionieri – anche se il problema sulla sicurezza era già stato risolto, con l’accordo raggiunto in mattinata. Nel pomeriggio e in serata abbiamo preso quegli impegni che si potevano prendere parlando al telefono con gli imprenditori. Modifiche provvisorie sulla movimentazione dei carri ferroviari sono state decise dall’Autorità portuale, ma tutto è demandato a incontri con le singole imprese».
Lapidario il commento del presidente dell’Autorità portuale, Boniciolli: «Auspico che da domani (oggi, ndr) coloro che siederanno al tavolo siano delegati a trattare. Non possiamo andare avanti con continui rinvii alle assemblee dei lavoratori e alle contemporanee verifiche fra gli imprenditori».

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